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La Difesa Personale Attiva. La Difesa Attiva (seconda parte)

  • Immagine del redattore: Licia
    Licia
  • 6 ago 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 10 mag

Ci sono diversi tipi di reazione possibile:


  • la fuga che, se possibile, è sempre preferibile, sia dal punto di vista legale, che da quello delle conseguenze fi siche ed emotive.

  • richiamare l’attenzione: urlare aiuto! o meglio, al fuoco! (invece di spaventare crea curiosità ed è quindi più facile che qualcuno accorra), fingere forte dolore, lanciare oggetti, fi no ad arrivare a rompere vetri, commettere infrazioni, attirare l’attenzione di eventuali pattuglie di passaggio.

  • reazione fi sica a mani nude.

  • reazione fisica utilizzando cose che si hanno a disposizione, riuscendo rapidamente a valutare gli oggetti disponibili e il loro possibile utilizzo come “armi”: il giornale, l’ombrello, la borsa, il cellulare, le chiavi…)


Il diritto alla difesa, l’indignazione, la rabbia e la ribellione devono necessariamente avere proporzione rispetto all’eventuale perdita subita in due direzioni:


  • nei confronti dell’aggressore. Per non incorrere nell’eccesso di legittima difesa, la reazione deve essere commisurata alle circostanze e all’entità del bene che è minacciato in quel momento.

  • nei confronti di se stessi. Quando si mette in atto una qualunque reazione fi sica bisogna sempre mettere in conto che ci sono dei rischi e che è molto difficile uscirne completamente incolumi. Gli eventuali rischi è bene che siano proporzionati a ciò che è messo a repentaglio, riflettendo ad esempio se effettivamente salvare il portafogli potrebbe valere una ferita da coltello.


Infine è davvero fondamentale avere la lucidità di porre molta attenzione nell’

osservare e memorizzare le circostanze del crimine e le caratteristiche dell’aggressore per poter riferire alle Forze dell’Ordine il maggior numero di dettagli e informazioni utili possibili. Sfortunatamente, maggiore è lo stress al momento dell’evento, più è compromessa una buona capacità di percezione e di conseguenza non si crea un ricordo corretto o completo.


Nel caso in cui ci si trovi ad ascoltare il racconto di un testimone o di una vittima

sarebbe auspicabile commentare nel modo più neutro possibile e ascoltare senza

porre domande, soprattutto non suggestive. Ciò perché la memoria tende

inconsciamente a creare falsi ricordi per colmare le lacune e ciò distorce la realtà

dei fatti impedendo definitivamente in seguito di distinguere tra i ricordi veri e quelli

falsi e di rilasciare quindi una deposizione veramente utile. In questo caso è

preferibile prestare soccorso, assistenza e conforto, ma spronare a serbare i

particolari del racconto per le Forze dell’Ordine.

Cercare di memorizzare quanti più dettagli possibile può aiutare le Forze dell'Ordine nel condurre le indagini

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