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Vivere nella paura non è normale: come difendersi in una società che cambia

  • Immagine del redattore: Licia
    Licia
  • 11 set
  • Tempo di lettura: 2 min

Negli ultimi anni, i dati sulla percezione di insicurezza in Italia hanno subito un’impennata preoccupante. Secondo ricerche recenti, oltre il 75% degli italiani teme di subire un furto o un’aggressione, mentre più del 67% delle donne dichiara di avere paura a rientrare sola la sera.


Non si tratta di numeri astratti: dietro queste percentuali ci sono volti, storie, episodi quotidiani che finiscono spesso nelle cronache locali. Scippi, molestie, aggressioni in strada: situazioni che, anche quando non vissute in prima persona, contribuiscono ad alimentare un senso diffuso di vulnerabilità.


A rendere il quadro ancora più complesso c’è la percezione che le istituzioni non riescano a dare risposte rapide ed efficaci. Episodi di violenza vengono spesso seguiti dalla scarcerazione lampo degli autori, lasciando la sensazione che la protezione del cittadino non sia garantita come dovrebbe.


Sicurezza e realtà quotidiana

Che la paura abbia basi reali lo confermano anche i dati diffusi dal Viminale: quasi il 50% dei reati denunciati riguarda stranieri e in alcune città le violenze sessuali denunciate arrivano a sfiorare il 60% del totale. Numeri che non devono portare a semplificazioni o generalizzazioni, ma che segnalano un problema concreto con cui fare i conti.


Questa miscela di statistiche, testimonianze e cronache quotidiane genera un clima che pesa soprattutto sulle donne, spesso percepite come bersaglio facile. La paura di tornare a casa da sole, di prendere i mezzi pubblici in certi orari, di attraversare zone poco illuminate non è solo un’impressione, ma un’emozione che condiziona la libertà personale.


Se da un lato spetta alla politica affrontare i nodi della sicurezza pubblica, dall’altro ognuno di noi può agire subito per rafforzare la propria sicurezza personale.

  • Imparare a riconoscere i segnali di pericolo e a evitarli.

  • Acquisire tecniche pratiche per liberarsi da prese o tentativi di aggressione.

  • Allenare la mente a reagire con lucidità invece che con il panico.

Tutti questi aspetti sono parte integrante di un percorso di difesa personale, che non si limita alla tecnica fisica ma costruisce consapevolezza, fiducia e capacità di gestione dello stress.


La vera differenza sta nella costanza. Frequentare regolarmente un corso di difesa personale significa allenare riflessi, automatismi e sicurezza interiore, in modo che diventino parte naturale del nostro comportamento quotidiano.


Non si tratta solo di “saper dare un colpo”, ma di acquisire un nuovo linguaggio del corpo che comunica sicurezza, scoraggiando potenziali aggressori. È un investimento su sé stessi, sulla propria libertà di movimento e sulla serenità con cui affrontare la vita di tutti i giorni.


Il recente articolo di Panorama che analizza le statistiche sui crimini e le aggressioni
Il recente articolo di Panorama che analizza le statistiche sui crimini e le aggressioni

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