25 Novembre: giornata mondiale contro la violenza sulle donne
- Licia

- 19 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Il 25 novembre non è una semplice ricorrenza: è un momento di consapevolezza collettiva. Una data scelta per ricordare che la violenza sulle donne non è un fatto privato, ma un problema sociale che attraversa epoche, culture e Paesi. Per chi si occupa di autodifesa è anche un richiamo a non abbassare la guardia e a promuovere strumenti concreti di prevenzione, conoscenza e autonomia.
Origini della giornata
La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita ufficialmente dall’ONU nel 1999. La scelta del 25 novembre risale però a molto prima: è la data in cui, nel 1960, le sorelle Mirabal – tre attiviste della Repubblica Dominicana note come “Las Mariposas” – vennero brutalmente assassinate per la loro opposizione al regime di Trujillo. La loro storia è diventata un simbolo della resistenza femminile e della lotta contro ogni forma di oppressione.
Cosa si celebra davvero
Questa giornata non celebra un evento, ma un impegno:
dare voce alle vittime, spesso invisibili o silenziose;
riconoscere tutte le forme di violenza, non solo quella fisica: psicologica, economica, digitale, domestica, lavorativa;
promuovere una cultura del rispetto, capace di prevenire gli abusi prima che avvengano;
ricordare che nessuna donna è sola, e che esistono reti di supporto e strumenti concreti a cui rivolgersi.
È una giornata fatta di iniziative, incontri, mostre, corsi, testimonianze e campagne di sensibilizzazione: un appuntamento globale che unisce istituzioni, centri antiviolenza, scuole, associazioni e professionisti della sicurezza personale.
Obiettivi: perché questa giornata è ancora necessaria
Nonostante anni di impegno, la violenza sulle donne resta un fenomeno diffuso. La Giornata del 25 novembre punta a:
rafforzare la prevenzione, attraverso educazione, consapevolezza e formazione;
favorire l’accesso ai servizi di aiuto, come centri antiviolenza, sportelli dedicati, linee d’emergenza;
combattere stereotipi e normalizzazione della violenza, che sono il terreno su cui nascono gli abusi;
promuovere percorsi di empowerment, affinché le donne possano riconoscere segnali di pericolo, porre confini chiari e, quando necessario, difendersi.
Il ruolo dell’autodifesa
L’autodifesa non è “colpa” né “responsabilità” delle donne, ma una risorsa:
aiuta a leggere situazioni e comportamenti a rischio;
rafforza sicurezza e assertività;
insegna strategie pratiche di gestione e fuga;
dà strumenti immediati, fisici e mentali, quando non ci sono alternative.
L’obiettivo è sempre lo stesso: rendere ogni donna più libera.





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